Diciottesima e ultima puntata. Se non avete letto le precedenti, scorrete verso il basso e cliccate su "post più vecchio".
Siamo arrivati alla fine del racconto. E spero tanto che d'ora in poi, quando ne parlerò, sarà solo per dare buone notizie. Spero di non dover aggiungere nuove puntate. Certo è che sto sempre come "d'autunno sugli alberi le foglie", timorosa di staccarmi da un momento all'altro.
Le cose adesso stanno andando bene. Come dicevo la scorsa puntata la qualità della vita è sicuramente diminuita: a parte molti piccoli disturbi che mi accompagnano, c'è questa ansia costante che non mi fa godere appieno del momento. Ma ovviamente sono molto grata di essere ancora qui, e adoro la vita.
Io ho sempre sofferto molto di mal di testa, fin da bambina. Come avevo già raccontato, nei primi mesi dopo il primo ricovero non lo ebbi più. Ricordo che allora dissi: "Preferirei avere tutti i giorni mal di testa piuttosto che questo, se solo potessi far cambio". Ebbene: dopo un po' ritornò (è tuttora un mistero il perché fosse sparito) e ora ce l'ho quasi tutti i giorni. Sono stata presa in parola. Però un patto è un patto! Mal di testa tutti i giorni, ma basta con tutto il resto. Sapete, un po' come quando si fanno quei pensieri un po' scaramantici, tipo: "Se non pesto le crepe del marciapiede non accadrà niente di brutto", o "se la prossima auto che passa è rossa", o robe del genere. Avevamo detto mal di testa o cancro, mi tengo il mal di testa e bon!
Recentemente mi è capitato di leggere una domanda di un paziente oncologico che voleva sapere se erano normali alcune reazioni durante la chemio. E mi sono venute in mente le mille piccole cose che mi capitano da quando mi sono ammalata, che non sono gravi ma che sono fastidiose. E quando chiedo all'oncologo se è "normale", non sa mai cosa rispondere, perché in questi casi è tutto "normale". Questi farmaci provocano mille reazioni, molte delle quali non riconducibili sicuramente a essi. Ad esempio da un paio di anni ho un fastidiosissimo acufene (fischio alle orecchie) che potrebbe essere causato dalle mie pastiglie. O no. Non si sa. Niente di grave, ma sono una bella rottura di cabasisi.
Mi è venuto in mente che quando ero in ospedale al primo ricovero, a un certo punto cominciai ad avvertire un'ipersensibilità a una gamba, come se avessi sempre le formiche e la pelle sottilissima. Dopo un po' di mesi sparì da solo e non seppero mai spiegarmi a cosa fosse dovuto.
Sono diventata un po' più paurosa di prima. Una volta, se sentivo un dolore da qualche parte, lo liquidavo con un'alzata di spalle. Adesso vado subito in ansia. Ora ho imparato che le cicatrici interne fanno male se capita di avere aria "che gira" nell'intestino. Mi vengono delle fitte pazzesche. Le prime volte mi ero anche spaventata, ma poi ho capito che era quello e mi sono tranquillizzata. Insomma, è sempre un po' come camminare sulle uova, che per una vegana è anche una doppia sofferenza!
Io guardo al futuro: giusto oggi ho finito e mandato alle stampe il mio nuovo libro di ricette, che dovrebbe essere pronto al massimo in un mese. E sono super contenta. Il prossimo anno io e il Top festeggeremo trent'anni insieme e vorrei fare una mega festa. Anche se ammetto che invece, quando il dentista mi ha detto che dovrei togliere un paio di denti e poi fare gli impianti, sotto sotto ho pensato: "Ma ne varrà la pena, magari per pochi anni?". Mi scoccia pensare così, ma è la mia testa che fa quello che vuole.
Però sappiate che farò di tutto per esserci ancora a lungo, con le mie ricette e le mie storie. Io vi ho avvertiti!