DOVE SI PARLA DI...

cucina, gatti, casa, e mille altre cose...ricette (dolci e un po' di salato), ma anche di gatti, libri, natura e tanto altro.


venerdì 17 luglio 2020

IL DOPO INTERVENTO

Quindicesima puntata. Se avete perso le precedenti scorrete verso il basso e cliccate su "post più vecchio".
Sono ancora in attesa della TAC. L'oncologo aveva detto che non è urgente, quindi i tempi si allungano. E se da una parte sapere che non è urgente è un conforto, dall'altra c'è l'ansia che sta schizzando alle stelle. Anche perché se fossero stati sicuri che non c'è nulla non me l'avrebbero neanche prescritta.
Purtroppo la vita del paziente oncologico è questa: l'ansia continua. Dipende anche dal carattere, ovviamente: ci sarà chi riesce a non focalizzarsi sulla malattia, beati loro. Io non ci riesco. Intendiamoci: io faccio la mia vita, come diceva Moretti "faccio cose, vedo gente". Sono in dirittura d'arrivo con la stesura del mio secondo libro di ricette, preparo pranzi, vedo amici, rido e scherzo. Ma sotto sotto sono sempre "in attesa". Perché non riesco a non pensare che non sia questione di "se", ma di "quando". Lo so che è brutto pensare così, il Top si arrabbia sempre quando lo dico, ma purtroppo sono un po' pessimista di natura e non riesco a pensare che sia tutto finito.
Intanto però vado avanti con il mio racconto.
Ogni tre settimane andavo dunque a fare la chemio, entravo alle 8,30 e uscivo sempre non prima delle 15. Io mi portavo un libro da leggere, un po' guardavo internet sul cellulare, e il tempo passava. Nonostante il sonno fortissimo (gli antistaminici mettevano una sonnolenza pazzesca) non sono mai riuscita a dormire. La maggior parte delle persone invece non faceva nulla. Stava lì, qualcuno guardava la televisione che in alcune stanze c'era, in altre no. Qualcuno sonnecchiava. Qualcuno attaccava bottone con il vicino. E la maggior parte di quelli che mi sono capitati vicino, si lamentava. Persone a volte abbastanza anziane (sempre sopra i 70, to') che si lamentavano della sfiga che avevano avuto e di quanto fosse ingiusto il mondo. Con me. E io pensavo: "Ma se fanno così con me, che sono molto più giovane di loro e sono sulla stessa barca, chissà cosa faranno mai con i loro famigliari e amici!" E lì mi sono resa conto di essere una santa per come ho reagito alla cosa.
La chemio mi dava una gran stanchezza ma non troppi altri sintomi: ogni tanto dei crampi, ovviamente la perdita dei capelli e, cosa strana, mi faceva andare via la voce. Se solo parlavo un po' diventavo completamente afona.
In tutto questo malessere generale c'era da annoverare anche la conseguenza dell'intervento. Mi sentivo perennemente come se al posto degli organi interni avessi un frullatore, non sentivo dolore ma un fastidio terribile. Poi ogni tanto, se mangiavo appena un po' di più (riuscivo ancora, comunque, a mangiare ben poco), tornava il male alla spalla.
Cercavo di prendere un po' di sole, io che l'avevo sempre rifuggito, per assimilare la vitamina D. Cercavo di fare piccole camminate (dentro casa, riuscivo a fare solo pochi passi). E lessi, lessi tanto, ancora più del solito. Persi ancora peso, arrivai a perdere 30 chili, arrivando a pesare il mio peso forma, cosa che non succedeva da quando avevo 12 anni! Ovviamente ora ho ripreso buona parte dei chili persi perché, mannaggia a me, dovevo proprio decidere di scrivere libri di cucina (e una golosa che fa la cuoca o scrive libri di ricette, non può rimanere magra). Devo dire che se non avessi avuto tutti quei chili di troppo sarebbe stato un serio problema perché sono stata praticamente 9 mesi senza quasi mangiare.
Ci fu un momento in cui persi talmente le forze che non riuscivo più a stare in piedi, mi veniva da svenire. Un giorno, mentre ero seduta a tavola, dovetti buttarmi a terra e coricarmi sul pavimento, perché temetti di cadere dalla sedia.
Perdere i capelli è molto brutto, ma è ancora più brutto quando cominciano a cadere anche ciglia e sopracciglia, perché modificano proprio la fisionomia.
A Natale avevo finito da poco la chemio, e volli fare comunque il pranzo che ormai da qualche anno facciamo, con la famiglia, sempre a casa mia. A me piace tanto cucinare ed era un modo per tornare a una specie di normalità.
In qualche modo, pian piano, ripresi un po' di forze e a gennaio feci la prima PET che doveva finalmente dare il verdetto: avrebbero trovato ancora qualcosa, o per il momento ero salva?
Andò bene, sembrava non ci fosse più nulla! Il sollievo fu immediato e da quel momento in poi ricominciai a mangiare normalmente, come se non fossi stata nove mesi con lo stomaco chiuso come una morsa. Mi resi dunque conto che era solo una cosa psicologica. Pensate quanto è forte il potere della nostra mente!
Tornavo pian piano a vivere.

Nessun commento: