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lunedì 22 giugno 2020

IO E GIULIA

Dodicesima puntata, se avete perso le precedenti scorrete verso il basso e cliccate su "post più vecchio".
Forse sarebbe meglio definirla undicesima puntata e mezza, perché in realtà volevo solo raccontare un episodio che la volta scorsa mi sono dimenticata di dire. Avevo infatti finito la puntata con le mie dimissioni dall'ospedale, ma quello che voglio raccontare è ancora riferito a quei giorni di ricovero.
Vi starete domandando chi è la Giulia che nomino nel titolo. Ecco, è una storia strana e molto buffa.
Dovete sapere che io ho sempre sofferto di insonnia, spesso mi capitava di svegliarmi in piena notte e di non riuscire più a prendere sonno. In quei casi mi trasferivo sul divano con un libro e le ore notturne passavano (ho un vago ricordo di una poesia, mi pare di Sibilla Aleramo, che parlava di "sgranare le ore notturne come perle di una collana", ma non la trovo più). Tutti i rumori mi danno estremamente fastidio, non potrei mai dormire con un orologio rumoroso vicino, mi fisserei sul suo ticchettio e mi farebbe impazzire. Mi rendo conto di non riuscire a estraniarmi dai suoni circostanti: se c'è una musica, ad esempio, non riesco a leggere: o ascolto musica, o leggo.
In ospedale non riuscivo a dormire affatto, un po' per la situazione, un po' per la posizione (io solitamente dormo sul fianco o di pancia, invece per almeno due mesi ho potuto dormire solo di schiena). In più avevo questa flebo attaccata, già fastidiosa di suo, che era collegata a una macchinetta. Qui in Alessandria usavano ancora le flebo come si faceva una volta, sacca appesa e via. Lì invece usano queste macchinette (che poi avrei conosciuto bene durante le chemio) che permettono di dosare molto bene il liquido. Il problema di queste macchinette è che sono molto rumorose. Ma non un suono regolare, che magari, dai e dai, avrebbe anche potuto cullarmi. No. Un suono che faceva tic, tic, tic... frrrrr. Tic, tic, tic... frrrrr. Immaginate un po', per una che si fissa sui rumore, cosa dovesse essere questa cosa! Quando arrivava il frrr i miei nervi scattavano. Insomma, un incubo!
Qualche volta (nella vita) mi è successa anche questa cosa strana: rimango sospesa in un sonno "falso", sono quasi in uno stato di semi incoscienza da cui non riesco a uscire, dove ripeto un gesto o un suono all'infinito (ma solo dentro la mia mente), è un po' difficile da spiegare, è come se fossi incastrata dentro la mia testa e qualcosa (appunto un'immagine o un suono) si ripete di continuo. Una cosa sgradevolissima.
Ritorniamo all'ospedale e alla notte di cui voglio raccontare: mi ritrovo a un certo punto in questo giro vizioso della mente, intrappolata. La macchinetta che fa il suo tic, tic, tic... frrrr. E a un certo punto il "frrr" viene sostituito nella mia mente da una voce femminile che dice: "Giulia"! Quindi diventa tic, tic, tic... Giulia! Tic, tic, tic... Giulia!
Ora, raccontato adesso fa molto ridere, ma voi immaginate di voler uscire da questa cosa ossessiva e non ci riuscite, è terribile!
Insomma, quando finalmente mi sono, per così dire, svegliata, ero stremata. Dalla sera dopo chiesi che mi togliessero la macchinetta, cosa che fecero, un po' facendomelo pesare, a dire il vero, perché dovevano sostituirla con un apparato per dosare il liquido. E la macchinetta venne ribattezzata Giulia. Quando andavamo a "passeggio" nel corridoio eravamo ormai sempre in tre: io, il Top... e Giulia.
Tic, tic, tic.... Giulia! Tic, tic, tic... Giulia!!

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