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sabato 18 aprile 2020

IL RICOVERO

Seconda puntata. Se non avete letto la prima, scorrete il post e andate a quello precedente.
Dunque, dicevo, il 16 aprile 2017 sono stata ricoverata. Inizialmente mi hanno messa in ginecologia. Era terribile stare in mezzo a donne che avevano appena partorito, spendo che mentre loro erano così felici per me iniziava un periodo terribile (per quel che ne sapevo in quel momento, era letteralmente "l'inizio della fine"). In camera con me per fortuna non c'era nessuno, arrivò un paio di giorni dopo una signora che doveva subire un'isterectomia, ma niente di grave. I primi due o tre giorni non ho versato una lacrima. Dovete sapere che io sono una che piange. Molto. Piango quando sono triste, quando sono arrabbiata, quando mi commuovo. Piango anche di gioia. Basta un niente e mi si riempiono gli occhi di lacrime. Avevo sempre pensato che se mi fosse successa una cosa simile avrei pianto oceani di lacrime. E poi, come vi ho raccontato la volta scorsa, era un periodo che piangevo anche senza motivo, tanto che avevo pensato di avere una depressione. E invece, niente. Non ho pianto quando ho capito, né quando i giorni seguenti ho dovuto dirlo a un po' di persone. Probabilmente si è attivato una sorta di "imbambolamento", perché la cosa era troppo dura da accettare. Poi naturalmente le lacrime sono arrivate, e tante. Ma i primi giorni no. Ricordo che c'era una ragazza nella stanza accanto che aveva perso il suo bambino. Non ricordo se fosse a termine gravidanza o solo di qualche mese, fatto sta che la prese malissimo, urlava che voleva buttarsi dalla finestra. Io sarei voluta andare da lei e dirle: "Senti un po', sei giovane, capisco il dolore, ma potrai avere atri figli, hai tutto il tempo. Vuoi fare cambio con quello che sta crescendo dentro di me?" Naturalmente non lo feci. E non voglio sembrare insensibile, ma in quel momento ero così arrabbiata con il destino! Continuavo a pensare: "Perché proprio a me? Sono una persona così orrenda da meritare questo?" Questo modo di pensare è andato avanti per mesi. Ogni persona che incontravo per strada, soprattutto se molto anziana, mi sembrava meritasse più di me un simile destino.
Comunque, i primi giorni mi diedero solo notizie confuse. Venivano al mattino a fare la visita e mi dicevano che la mia situazione era "complicata". Ricordo che un'amica virtuale mi disse che se non c'era presenza di carcinosi peritoneale era già buono, perché quella sarebbe stata molto più grave. Ma scoprii ovviamente che avevo anche quella, non mi sono fatta mancare nulla. Praticamente questo liquido ascitico che aveva invaso l'addome (come ho raccontato nella prima puntata) aveva contaminato una serie di organi e il peritoneo, che è una membrana sierosa che ricopre la cavità addominale. C'erano tantissime cellule cancerose, mi dissero, ma solitamente quelle con la chemio spariscono.
Intanto non riuscivo ancora a mangiare. Già il cibo dell'ospedale non è un granché, in più io non avevo appetito e non riuscivo a mandare giù niente. E quindi giù flebo di glucosio! Ora: mi sembra che sia ormai provato e accettato anche dalla medicina tradizionale che i tumori si nutrano di zucchero. Mi pare impossibile che a un paziente oncologico si decida di sparare glucosio in vena come se niente fosse. Alla fine ho dovuto chiedere io che me le sospendessero dicendo che riuscivo a mangiare, che non ce n'era più bisogno, anche se non era vero.
La dottoressa, primario e chirurgo della ginecologia, mi sgridò perché non facevo i controlli da anni. Lo fece anche bruscamente. E anche con il Top non ebbe molti riguardi quando gli disse che la mia situazione era bruttissima e che loro in quelle condizioni non mi avrebbero operata. Possiamo fare una chemio preventiva, disse, se si riduce operiamo. Io capisco la frustrazione di un medico nel vedere una brutta situazione che poteva, magari, essere evitata. Ma in quel momento non avevo davvero bisogno di cazziatoni. A un certo punto le dissi anche: "Ok, lo so, ho fatto male, ma adesso ormai è fatta, no?" Che senso ha accanirsi nel dire quello che avrei o non avrei dovuto fare? Posso tirare indietro il tempo? No, e dunque... Sembrava persino arrabbiata con me. Mi informò che avevo anche una trombosi della mesenterica, una sorta di coagulo in un'arteria (in parole povere) e che era già tanto che non ci avessi lasciato le penne per quello. 
Vorrei spiegare perché da anni non facevo più i controlli. Nel 1994, a soli 39 anni, mia sorella maggiore morì per un tumore al seno. Fu una cosa rapidissima: operata a marzo, a metà dicembre non c'era più. Io avevo 30 anni, e rimasi incredula e devastata. Dopo di allora cominciai a tenermi sotto controllo, con visite ed esami periodici. Per una quindicina di anni. Poi, non so, è subentrata una sorta di avversione. Un po' di fatalismo: tanto se deve succedere succede. Era anche capitato che mia nipote, figlia di mia sorella, avesse scoperto anche lei di avere un tumore al seno e che non glielo avessero trovato durante l'ecografia di controllo, ma solo grazie allo scrupolo della ginecologa che le aveva fatto fare una TAC. Se si fosse fermata all'ecografia le cose sarebbero andate diversamente. Per la cronaca: mia nipote sta benissimo, 11 anni dopo. Dopo quell'episodio ho fatto un po' come gli struzzi che mettono la testa nella sabbia. Se non guardo, non esiste. Avevo anche questo pensiero super idiota che la malasorte non poteva accanirsi così sulla stessa famiglia, insomma, avevamo già dato! E poi, mettiamoci anche che avendo eliminato già molti alimenti riconosciuti cancerogeni (essendo vegana), mi sentivo quasi al sicuro.
E invece eccomi qui, a vivere il peggiore degli incubi.
Un'altra cosa "interessante" che mi è successa è questa: io ho sempre sofferto moltissimo di mal di testa, fin da bambina. Per me passare una settimana senza emicrania è un mezzo miracolo. Soprattutto nell'ultimo mese prima del ricovero avevo sofferto di mal di testa quotidiani, anche piuttosto forti. Devo ricorrere a un farmaco abbastanza forte perché mi passi, che per fortuna fa quasi sempre effetto. Quando venni ricoverata, i primi giorni mi veniva persino due volte al giorno. Mi passava e poi, dopo poche ore, mi ritornava. Dopo qualche giorno finalmente passai la prima giornata senza dolori. E il giorno dopo ancora, e quello dopo idem. Ebbene: non ebbi più mal di testa per quasi due mesi. Zero, nada. Non ho mai capito perché. Ho notato che, paradossalmente, di notte dormivo più rilassata (io ho la tendenza a serrare la mascella durante il sonno, che è forse ciò che mi causa il mal di testa), che sbavacchiavo persino un po', segno che la mascella era rilassata. E questo è proprio strano, perché sarebbe logico pensare il contrario, no? Questo per me è sempre rimasto un mistero. Sembra quasi che il mio inconscio abbia pensato: bon, ormai il peggio è successo, ti puoi rilassare.
Dopo qualche giorno è arrivato il momento della biopsia, una delle cose più dolorose che abbia mai vissuto. Ma di questo vi parlerò la prossima volta.

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